Un festival western che parla di Trinità e Bambino. Non si tratta solo di due personaggi del cinema italiano, ma di due figure scolpite nella memoria collettiva, amate dal grande pubblico ben oltre il tempo e lo schermo. E il 24 e 25 maggio a Domodossola, questo legame ha preso vita con il Trinità Fest, un evento travolgente dove il vero protagonista non è stato solo il ricordo, ma la celebrazione vivente di un mito popolare.
Il titolo della festa, Trinità Fest, non poteva essere più azzeccato: il richiamo diretto ai due fratelli dal pugno facile in difesa dei buoni ha risuonato tra le vie della città, mentre un’intera comunità si stringeva attorno al ricordo caldo e ironico di film come Lo chiamavano Trinità e …continuavano a chiamarlo Trinità. A rendere ancora più simbolico l’evento, la presenza di Sandra Zingarelli, figlia di Italo Zingarelli, il produttore che diede forma a questo universo leggero e profondo allo stesso tempo: irresistibile!

Marcello Vicini con Sandra Zingarelli a fianco del rollup dedicato al libro ‘I fagioli comunque… erano uno schifo’
Festival western tra fagioli e reunion
La festa ha portato sul palco anche una serie di incontri che hanno fatto battere il cuore degli appassionati. Come la reunion con gli attori Ottaviano Dell’Acqua, Enzo Santaniello e Giovanni Vettorazzo, tutti parte del cast di Lo chiamavano Bulldozer, insieme a Nando Paone, Maurizio Tori e Giorgio Vignali per un omaggio speciale a Bomber.

L’organizzatore dell’evento Maurizio Mazzurri, in basso a sinistra, con tutti gli ospiti del Trinità Fest di Domdossola
Due film che, accanto alla saga di Trinità, rappresentano un pezzo dell’immaginario italiano: sportivo, comico e sempre dal cuore grande.

Da sinistra: Alberto Baldisserotto, Enzo Santaniello, Giorgio Vignali, Giovanni Vettorazzo, Maurizio Tori, Sandra Zingarelli, Nando Paone e Marcello Vicini
Tra i momenti più elettrizzanti del Trinità Fest, impossibile non citare il concerto della Dune Buggy Band, che ha scaldato il pubblico con le mitiche colonne sonore dei film di Trinità e Bambino. Le note inconfondibili hanno trasformato il palco in una vera pista da ballo, dove attori, ospiti e fan si sono scatenati insieme, creando un’atmosfera di festa genuina e collettiva in un abbraccio generazionale che ha reso il momento ancora più memorabile.

Ottaviano Dell’Acqua e Maurizio Tori sul palco si divertono durante il concerto della Dune Buggy Band
Ad aggiungere un tocco d’autenticità lo stuntman Marziano del film di ‘…altrimenti ci arrabbiamo!’, Enrico Grandi con la sua fedele replica della Dune Buggy originale del film, e Gisy, un Bud Spencer tedesco che ha lasciato il segno con la sua presenza imponente e affettuosa.
Non poteva mancare poi la gara cosplay, uno dei momenti più divertenti e partecipati del festival. Tra look impeccabili, baffi finti e cappelli consumati, a trionfare — con applausi e zero dubbi — sono stati proprio loro: Trinità e Bambino, interpretati da due fan che sembravano usciti direttamente dalla pellicola originale. Un riconoscimento meritatissimo che ha fatto sorridere tutti e reso ancora più viva l’atmosfera da set western nel cuore dell’Ossola.
Una festa vera, popolare e condivisa
Quello che ha reso il Trinità Fest unico è stata appunto l’atmosfera: non solo una celebrazione, ma un momento di partecipazione autentica. Tra cosplay, fagiolate, bancarelle e canzoni, ciò che si respirava era l’aria di un’Italia che ama ancora ridere, condividere e commuoversi.

Un momento di risate e aneddoti con da sinistra Marcello Vicini, Nando Paone, Alberto Baldisserotto, Ottavia Dell’Acqua, Enzo Santaniello e Giovanni Vettorazzo
Tutto questo è stato possibile grazie al lavoro e alla passione di Maurizio Mazzurri e Fighter’s Heaven, instancabile organizzatore dell’evento, che giunto alla sua seconda edizione ha saputo dare forma a qualcosa che non è solo nostalgia, ma vitalità culturale, energia pop e… tantissimi fagioli (che, è ufficiale, non facevano schifo a nessuno).
Tiro alla fune, braccio di ferro, birra e salsicce e una serie di esibizioni hanno riportato alla mente i momenti più iconici di Bulldozer, Bomber e ‘…altrimenti ci arrabbiamo!’.
Con l’aggiunta di una sfilata di auto d’epoca dedicata a tutti gli appassionati di motori e l’esibizione di una band tirolese, andando oltre il confine del festival western.

Maurizio Mazzurri con accanto Alberto Baldisserotto e Marcello Vicini
Durante il Trinità Fest, non sono mancati momenti creativi grazie al laboratorio di disegno tenuto dallo Studio Arti Visive di Alberto Baldisserotto, autore della collana a fumetti ufficiale di Trinità e Bambino. Rivolto sia ai più piccoli sia agli adulti, il workshop ha saputo coinvolgere tutte le età con un tema molto western ma divertente.
I bambini hanno imparato a disegnare un simpatico gattino western, giocando con forme semplici e colori caldi, mentre gli adulti sono stati guidati nell’affascinante mondo del disegno umoristico realistico. Alberto ha fatto riferimento a grandi maestri come Morris (creatore di Lucky Luke) e Isadore “Friz” Freleng, offrendo agli appassionati un percorso per entrare nel tratto e nello spirito di un’illustrazione che unisce ironia e realismo. Un momento di condivisione artistica che ha arricchito ancora di più l’atmosfera festosa del festival.

Un momento del laboratorio di disegno con Alberto Baldisserotto
E così, tra momenti di risate e un ricordo commosso, il Trinità Fest ha scritto un nuovo capitolo di questa lunga cavalcata nel cuore degli italiani.
Non resta che attendere il prossimo anno. Perché finché ci saranno Trinità e Bambino, ci sarà sempre voglia di far festa. E magari, di mangiare ancora un po’ di fagioli ritrovandosi con amici come Ivan de ‘Il meglio di Bud Spencer e Terence Hill’, Federico Savastano e Alex W.Doc di Bud Spencer & Terence Hill Film Location e Set.

A sinistra Ivan de ‘Il meglio di Bud Spencer e Terence Hill’ con Marcello Vicini e Alberto Baldisserotto, a destra Alberto con Federico Savastano

Alex W.Doc con Alberto Baldisserotto
E continueranno ancora…
Il Trinità Fest 2025 non è stato solo un festival western da ricordare. È stato una promessa. Di continuare a raccontare, a sognare, a ridere. Di ritrovarsi ogni anno tra i cappelli da cowboy, le scazzottate finte, ricordi immortali e storie vere da condividere.

L’affetto del pubblico di Trinità Fest a Domodossola
